Negli ultimi decenni il wushu (le arti marziali cinesi, conosciute in occidente con il nome di Kungfu) è stato orientato anche verso la pratica sportiva. Mentre da una parte avveniva una specializzazione verso la pratica delle Forme, sia a mani nude che con armi, attraverso l’esecuzione di sequenze sempre più raffinate e con contenuti sempre più atletici (Taolu), dall’altra il wushu si è orientato verso una pratica finalizzata al combattimento libero, per arrivare ad una disciplina sportiva di combattimento che rappresentasse la sintesi efficace di tutte le tecniche del kungfu wushu: il sanda (o sanshou).
Rispetto ad altre discipline di combattimento, il sanda presenta un repertorio tecnico più vasto, comprendendo oltre alle tecniche di calcio e di pugno anche le tecniche di proiezione a terra che sicuramente lo rendono più spettacolare e completo di altri.
Il Sanda a livello agonistico si suddivide in due specialità:
– A contatto pieno. Nel quale i colpi possono essere portati con la massima intensità ed è previsto il K.O.
– A contatto leggero (qingda). Nel quale i colpi devono essere portati con un’intesità bassa e il K.O. è vietato.